“Continuate ad essere segni di speranza!”

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Venerdì 5 settembre, Papa Leone XIV ha pronunciato un discorso sulla costruzione della pace durante la riunione del Consiglio dei Giovani del Mediterraneo, con sede a Firenze. 

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

La pace sia con voi!

Ciao a tutti, bonjour (in francese), buongiorno

Cari giovani, benvenuti! Parlerò un po' di italiano e un po' di inglese.

Sono lieto di accogliervi qui in Vaticano, nella casa di Pietro, accompagnati dal Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana. So che provenite da Paesi diversi, che avete lingue e culture diverse, ma siete uniti da un unico grande desiderio: la pacifica convivenza dei popoli, soprattutto di quelli che vivono intorno al Mediterraneo. Voi date corpo e anima a questo desiderio, con il vostro impegno e con numerosi progetti, sia sul territorio – nelle vostre comunità – sia a livello europeo, in dialogo con le istituzioni ecclesiali e politiche. Vi ringrazio per quello che fate: dimostrate che il dialogo è possibile, che le differenze sono fonte di arricchimento e non motivo di contrapposizione, che l’altro è sempre un fratello e mai uno straniero o, peggio, un nemico.

Il Consiglio dei Giovani del Mediterraneo è uno dei frutti del cammino di riflessione e spiritualità promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana, che ha visto due momenti chiave a Bari nel 2020 e a Firenze nel 2022. Questi incontri hanno riunito i vescovi di alcuni Paesi della regione mediterranea, consapevoli che il mare nostrum può e deve essere luogo di incontro, crocevia di fraternità, culla di vita e non tomba di morti. Auspico che queste esperienze, promosse dalle Chiese in Italia, possano continuare come segni di speranza.

Giorgio La Pira, sindaco di felice memoria, il cui pensiero ispirò le iniziative di Bari e Firenze, era convinto che la pace nel Mediterraneo sarebbe stata il punto di partenza e quasi il fondamento della pace tra tutte le nazioni del mondo. Questa visione conserva tutta la sua forza e carica profetica oggi, in un'epoca dilaniata da conflitti e violenze, dove la corsa agli armamenti e la logica dell'oppressione prevalgono sul diritto internazionale e sul bene comune. Ma non dobbiamo scoraggiarci, non dobbiamo rassegnarci! E voi, giovani, con i vostri sogni e la vostra creatività, potete dare un contributo fondamentale. Ora, e non domani! Perché voi siete il presente della speranza!

Il vostro Consiglio è davvero un’opera simbolica. Quest’opera è quella che Papa Francesco ha affidato alle Chiese del Mediterraneo: «ricostruire i legami recisi, risollevare le città distrutte dalla violenza, far fiorire un giardino dove ci sono terre aride, infondere speranza a chi l’ha persa, esortare chi si chiude in sé stesso a non temere i fratelli» (Incontro con i Vescovi del Mediterraneo, Bari, 23 febbraio 2020). Il segno, cari amici, siete voi: il segno di una generazione che non accetta acriticamente ciò che accade, che non distoglie lo sguardo, che non aspetta che qualcun altro faccia il primo passo; il segno di una gioventù che immagina un futuro migliore e ha scelto di costruirlo; il segno di un mondo che non si arrende all’indifferenza e all’abitudine, ma si impegna e opera per trasformare il male in bene.

La pace è sul tavolo dei leader nazionali, è oggetto di discussioni globali e, purtroppo, spesso viene ridotta a uno slogan. Dobbiamo invece coltivare la pace nei nostri cuori e nelle nostre relazioni, farla fiorire nelle nostre azioni quotidiane ed essere promotori di riconciliazione nelle nostre case, nelle nostre comunità, nei nostri luoghi di studio e di lavoro, nella Chiesa e tra le Chiese. «Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9). Questa non è una scelta facile: ci fa uscire dalla nostra zona di comfort, fatta di distrazione e indifferenza, e può suscitare l'opposizione di quanti hanno interesse alla continuazione dei conflitti.

Cari giovani, continuate a essere segni di speranza, quella che non delude, radicata nell’amore di Cristo. Essere segni di Cristo significa essere suoi testimoni, annunciatori del Vangelo, proprio attorno a questo mare da cui sono partiti i primi discepoli. L’orizzonte del credente non è quello dei muri e del filo spinato, ma quello dell’accoglienza reciproca. In questo modo, il patrimonio spirituale delle grandi tradizioni religiose nate nel Mediterraneo potrà continuare a essere lievito vivo in questa regione e oltre, sorgente di pace, di apertura agli altri, di fraternità e di cura del creato. Queste stesse religioni sono state, e talvolta lo sono ancora, usate per giustificare la violenza e la lotta armata: dobbiamo confutare con la nostra vita queste forme di bestemmia che oscurano il Santo Nome di Dio. Pertanto, attraverso l’azione, coltivate la preghiera e la spiritualità come fonti di pace e linguaggi di incontro tra tradizioni e culture.

Non abbiate paura: siate semi di pace dove crescono i semi dell'odio e del risentimento; siate tessitori di unità dove regnano polarizzazione e inimicizia; siate la voce di coloro che non hanno voce per chiedere giustizia e dignità; siate luce e sale dove si spengono la fiamma della fede e il gusto della vita. Non arrendetevi se qualcuno non vi capisce. San Charles de Foucauld diceva che Dio usa anche i venti contrari per guidarci verso la salvezza.

Vi incoraggio a proseguire l'esperienza del Consiglio dei Giovani del Mediterraneo. Che Dio vi benedica e che Maria, Regina della Pace, vi protegga sempre. Grazie.

 

Pubblicato il 9 settembre 2025