Come un pellegrinaggio
Hamza Atlas Aatiq ha partecipato agli Incontri del Mediterraneo a Tirana nel settembre 2024. Condivide qui la sua testimonianza, che risuona come un invito rivolto a tutti i giovani del Mediterraneo a presentare la propria candidatura per partecipare all’odissea MED 25 – Le Bel Espoir.
«Marocchino, musulmano, sono soprattutto un ricercatore della verità, ormai sui trent'anni. La mia piccola vita è stata teatro di molti colpi di scena dove la grazia e le avversità si scontrano in un duello senza fine. Dotato della mia fede e del cuore di mio figlio, dimostro un'ingenua resilienza agli attacchi di euforia, angoscia e vanità che segnano il destino di ogni mortale. Il mio motto è semplice: tutto passa, niente dura. Il piano di Dio trascende ogni comprensione, dispensa da ogni domanda, impone solo la gratitudine.
Conosciuto fin dall'infanzia L'Inno alla Gioia di Schiller, gli ideali di unità umana e di fraternità sono radicati nel profondo del mio essere. La mia curiosità verso gli altri è sempre stata autentica, sincera e senza apprensioni. La mia curiosità mi ha portato a una constatazione sorprendente: siamo tutti fatti di carne e capaci degli stessi fallimenti. Come esseri umani, siamo tutti sulla stessa barca, indipendentemente dal rango, dalla razza o dal genere. Allora perché guerre, scismi e recinzioni? Perché questa incapacità di amarsi e incondizionatamente? Perché oltrepassare l’amore fino a perderlo di vista?
È stato quindi del tutto naturale che, appena ne ho avuto notizia, mi sia affrettato a iscrivermi ai Meeting MED 24. A dire il vero questo viaggio in Albania ha scelto me, mi ha chiamato. I miei numerosi passi erano solo un'illusione di scelta. È stato scritto.
MED 24 è stato un incontro al quale circa cinquanta giovani provenienti da venticinque nazioni del Mediterraneo e del Mar Nero hanno partecipato per una settimana a Tirana, in Albania, in sessioni di dialogo e scambio sul tema “Pellegrini di speranza. Costruttori di pace”. La prospettiva di incontrare giovani del mio calibro era esaltante, addirittura surreale.
Quando fu annunciata la mia futura destinazione, i miei amici rimasero stupiti. Cosa potrebbe succedere di interessante in Albania? Perchè l'Albania? Ma dov’è l’Albania? Queste domande, peraltro eccentriche e un po’ beffarde, non erano prive di fondamento. Questo Paese, dalla reputazione sulfurea e incastonato nel cuore dei Balcani, ha poche attrattive per noi nordafricani. Tuttavia Shqipëria mi ha stregato, mi ha conquistato e il suo ricordo mi ossessiona imperiosamente.
Il ricco programma ha alternato sessioni di dialogo, scoperta del Paese e incontri con alti leader politici. L’Albania è unica per il suo passato doloroso, per la sua aspirazione a ripulire il suo governo e per la convivenza ideale che unisce cristiani e musulmani. A questo proposito Papa Francesco ha dichiarato: "Ecco, non è che si tollerano, è che si amano." Il popolo albanese non ha eguali nella sua gentilezza, perché è fatto di persone oneste, persone vere, persone di buon carattere. Quanto ai partecipanti, questi giovani desiderosi di apprendere e condividere, per lo più europei ma non solo, non mancavano né di risorse né di buona fede. La loro devozione cristiana non ha mancato di stupirci, anche noi musulmani impregnati delle nostre cinque preghiere al giorno.
La settimana in Albania è stata un'esplosione di momenti salienti, non potrò citarli uno per uno. Tuttavia ricordo chiaramente il nostro soggiorno a Scutari, nel nord-ovest del paese. Dovevamo condurre un mini ritiro spirituale. Su invito del moderatore della sessione, siamo stati chiamati a ritirarci per un'ora per interrogare il nostro cuore e la nostra ragione, per separare nettamente le voci, per vedere quale scopo ciascuno ragiona. Ho intrapreso un lento cammino dove, attraverso una tremenda intimità tra Me e Me, con l'aiuto di una foresta rigogliosa, ho visto scorrere tutta la mia vita, il terzo movimento del Waldstein suonò come una campana a morto, il granito del mio stupido cuore andò in frantumi. Alla fine si è rivelata! Colui che crea la mia armonia e la mia panarmonia...
In Albania la nostra comunione non era presunta o supposta, era reale e palpabile. Eravamo fratelli e sorelle in senso pieno, pieni di una gioia fino ad allora sconosciuta, determinati a diffondere ciò che insieme avevamo ricevuto e condiviso. Ora siamo profeti di speranza e promotori di pace. Amen. »
Vuoi diventare anche tu un profeta di speranza e un istigatore di pace? Per partecipare all’odissea di MED 25 – Le Bel Espoir, invia la tua candidatura online qui.
Pubblicato il 28 ottobre 2024