Aldo, Albania

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“L’obiettivo è collegare il Mediterraneo.

Di solito non ho grandi aspettative per le cose nuove, ma per questa avevo la sensazione che sarebbe stato qualcosa di unico, e unico lo è stato.Anche se il tema iniziale era "Religioni in dialogo", che mi piaceva molto, in seguito è cambiato in "Persone in dialogo". Non era poi così diverso, ma ciò che è cambiato lo ha reso ancora migliore: persone sedute insieme, che affrontano insieme nuove sponde, che parlano la stessa lingua. La lingua mediterranea è diventata la nostra lingua universale.

I primi giorni a Nicosia sono stati solo un assaggio di ciò che avremmo vissuto: un'esperienza intensa, comunitaria e diversificata.
Intenso per la storia e per ciò che la gente del posto vive ogni giorno.
Comunitaria perché, dal momento in cui siamo arrivati, abbiamo dovuto dividerci in case diverse e vivere in una con George e David ha già creato un legame e un senso di appartenenza a un gruppo.
Diversi perché, pur provenendo da Paesi diversi, abbiamo finito per avere gli stessi pensieri, vivere gli stessi momenti e condividere le nostre storie diverse.

Il giorno in cui ho visto Bel Espoir, mi sono emozionato: sembrava un sogno che si avverava. Nel momento in cui sono salito a bordo, ho avuto la sensazione che il cambiamento stesse arrivando nel Mediterraneo.

Bel Espoir è stata l'arma più "pericolosa" nelle mani dei costruttori di pace nel Mediterraneo, dall'inizio della prima fase fino a Marsiglia.

Dico questo perché tutti noi abbiamo vissuto su di esso, ci abbiamo mangiato, ci abbiamo ballato, abbiamo visto missili da esso, ci abbiamo pianto, ci abbiamo pregato e, cosa più importante, abbiamo visto che tutto questo è possibile.


Una nave con a bordo 25 giovani pieni di energia provenienti dalle cinque sponde del Mediterraneo è il miglior esempio che possiamo offrire a tutte le persone che vivono nel Mediterraneo e nel mondo.
Non portiamo nulla di nuovo, ma ciò che gli altri non vedono, o che considerano pericoloso, è il dialogo tra persone che rendono possibile l'impossibile.


Ciò che ho ricavato da questa esperienza, ovviamente, sono stati nuovi amici, nuove culture e nuovi orizzonti.
Ora, quando vedo l'Egitto sulla mappa, penso subito a George, oppure quando mi arrivano notizie dell'ultimo minuto dall'Egitto o da qualsiasi altro angolo del Mediterraneo, lo contatto subito per chiedere se va tutto bene.
Penso che questa sia la cosa più importante che possiamo imparare da tutto questo.

Altrettanto importante è che ciò che ho vissuto durante quelle due settimane a Cipro, sognando un Mediterraneo unito, continui nella mia vita quotidiana. »

 

Aldo

Pubblicato il 5 agosto 2025 in